5 COSE CHE FORSE NON SAI SU PINOCCHIO
Sabato 19 gennaio, il Circolo si trasforma per un giorno nel Paese dei Balocchi. Si parla di Pinocchio, della sua vitalità, delle sue bugie, della sua capacità di immaginare e credere nelle illusioni, e di sprofondare nel mare sconfinato della fantasia. L’anticipazione è lunedì 14 gennaio con Bruno Tognolini, geniale scrittore per l’infanzia. Sabato, invece, salgono sul palco del Circolo, la filosofa Franca D’Agostini, il critico letterario Piero Dorfles, l’artista Ugo Nespolo e lo scrittore Marco Belpoliti.
Per l’occasione, abbiamo pensato di raccontarvi cinque cose che forse non sapete sul burattino, per esempio che non era proprio un burattino, bensì una marionetta. Collodi usò la parola burattino anche se Pinocchio assomigliava di più a una marionetta, un “fantoccio mosso da fili”.
Prima cosa.
Collodi non sembrava affatto contento del suo lavoro, tanto da definire il libro “una bambinata”. All’inizio, Pinocchio si intitolava La storia di un burattino, e apparì a puntate.
Seconda cosa.
Lo scrittore non ha ambientato la storia ai propri tempi, bensì all’epoca del Granducato di Toscana, a palesare l’ambientazione i famosi zecchini d’oro.
Terza cosa.
Nella versione originale scritta da Collodi, il Grillo Parlante non fa una bella fine. Pinocchio lo uccide a martellate, stanco dei suoi rimproveri. Poi, il mitico Grillo tornerà, ma come fantasma, ben diverso dalla versione Disney.
Quarta cosa.
A Pinocchio è stato dedicato l’asteroide 1292.
Quinta cosa.
Intenzione di Collodi era far finire malissimo la storia di Pinocchio, con il burattino impiccato. Poi però non andò così, e l’editore del giornale convinse lo scrittore a cambiare il finale.
L’immagine guida è tratta da Pinocchio. Il burattino che divenne uomo