HO PENSATO MOLTO A TE IN QUESTI GIORNI. ANTONIO GRAMSCI SCRIVE ALLA MADRE DAL CARCERE
Le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci sono un documento umano e letterario, compendio dell’esperienza umana e culturale dell’intellettuale nato ad Ales, Sardegna, il 22 gennaio 1891. È come un’autobiografia, scritta in frammenti, utilissima per scoprire Gramsci, la sua vita e il suo pensiero attraverso le missive che indirizzava alla madre, ai famigliari, alla moglie Tania. Vennero pubblicate per la prima volta nel 1947, e l’emozione fu intensa. Oggi vi proponiamo la lettera che Gramsci indirizzò alla madre, era il 20 novembre 1926.
L’illustrazione del post è di Guido Scarabottolo.
Carissima mamma,
ho pensato molto a te in questi giorni. Ho pensato ai nuovi dolori che stavo per darti, alla tua età e dopo tutte le sofferenze che hai passato. Occorre che tu sia forte, nonostante tutto, come sono forte io e che mi perdoni con tutta la tenerezza del tuo immenso amore e della tua bontà . Saperti forte e paziente nella sofferenza sarà un motivo di forza anche per me: pensaci e quando mi scriverai all’indirizzo che ti manderò rassicurami.
Io sono tranquillo e sereno. Moralmente ero preparato a tutto. Cercherò di superare anche fisicamente le difficoltà che possono attendermi e di rimanere in equilibrio. Tu conosci il mio carattere e sai che c’è sempre una punta di allegro umorismo nel suo fondo: ciò mi aiuterà a vivere.
Non ti avevo ancora scritto che mi è nato un altro bambino: si chiama Giuliano, e mi scrivono che è robusto e si sviluppa bene. Invece Delio in queste ultime settimane ha avuto la scarlattina, in forma leggera, sia pure, ma in questo momento non conosco le sue condizioni di salute: so che aveva già superato la fase critica e che stava rimettendosi. Non devi avere preoccupazioni per i tuoi nipotini: la loro mamma è molto forte e col suo lavoro li tirerà su molto bene.
Carissima mamma: non ho piú la forza di continuare. Ho scritto altre lettere, ho pensato a tante cose e il non dormire mi ha un po’ affaticato. Rassicura tutti: di’ a tutti che non devono vergognarsi di me e devono essere superiori alla gretta e meschina moralità dei paesi. Di’ a Carlo che egli specialmente ora ha il dovere di pensare a voi, di essere serio e laborioso. Grazietta e Teresina devono essere forti e serene, specialmente Teresina, se deve avere un altro figlio, come mi hai scritto. Cosà deve essere forte papà . Carissimi tutti, in questo momento specialmente mi piange il cuore nel pensare che non sempre sono stato con voi affettuoso e buono come avrei dovuto essere e come meritavate. Vogliatemi sempre bene lo stesso e ricordatevi di me.
Vi bacio tutti. E a te, cara mamma, un abbraccio e una infinità di baci. Nino
P.S. – Un abbraccio a Paolo e che voglia sempre bene e sia sempre buono con la sua cara Teresina.
E un bacio a Edmea e a Franco.