TI VOGLIO UN FALÒ DI BENE. CESARE PAVESE SCRIVE A ROMILDA BOLLATI
Erano gli ultimi mesi della vita di Cesare Pavese quando lo scrittore si innamorò di Romilda Bollati. La sua storia con l’attrice Constance Dowling si era conclusa, e Romilda, detta “Pierina“, è la donna protagonista di alcune delle lettere più struggenti che Pavese scrisse prima del suicidio. Aveva 42 anni e conobbe Romilda, all’epoca diciottenne, in un soggiorno estivo a Bocca di Magra, ma si incrociarono prima, nella sede dell’Einaudi, nel 1949. Una volta, nel 1950, erano i primi di agosto, Pavese scrisse queste parole, vedendo la ragazza ballare con altri coetanei: “Cara Pierina, ogni tuo ballo è un giorno in meno della mia vita. Me ne restano pochi“. Il loro amore fu brevissimo, testimoniato dalla lettera che trovate qui sotto. Pavese telefonò anche a Romilda, poco prima di uccidersi nella stanza d’hotel, dicendosi in partenza.
Cara Pierina, ma tu, per quanto inaridita e quasi cinica, non sei alla fine della candela come me. Tu sei giovane, incredibilmente giovane, sei quello che ero io a vent’otto anni quando, risoluto di uccidermi per non so che delusione, non lo feci – ero curioso dell’indomani, curioso di me stesso – la vita mi era parsa orribile ma trovavo ancora interessante me stesso. Ora è l’inverso: so che la vita è stupenda ma che io ne sono tagliato fuori, per merito tutto mio, e che questa è una futile tragedia, come avere il diabete o il cancro dei fumatori. Posso dirti, amore, che non mi sono mai svegliato con una donna mia al fianco, che chi ho amato non mi ha mai preso sul serio, e che ignoro lo sguardo di riconoscenza che una donna rivolge a un uomo ? E ricordarti che, per via del lavoro che ho fatto, ho avuto i nervi sempre tesi e la fantasia pronta e decisa, e il gusto delle confidenze altrui. E che sono al mondo da quarantadue anni ? Non si può bruciare la candela dalle due parti – nel mio caso l’ho bruciata tutta da una parte sola e la cenere sono i libri che ho scritto. Tutto questo te lo dico non per impietosirti – so che cosa vale la pietà, in questi casi – ma per chiarezza, perchè tu non creda che quando avevo il broncio lo facessi per sport o per rendermi interessante. Sono ormai aldilà della politica. L’amore è come la grazia di Dio – l’astuzia non serve. Quanto a me, ti voglio bene, Pierina, ti voglio un falò di bene. Chiamiamolo l’ultimo guizzo della candela. Non so se ci vedremo ancora. Io lo vorrei – in fondo non voglio che questo – ma mi chiedo sovente che cosa ti consiglierei se fossi tuo fratello. Purtroppo non lo sono. Amore.