L’EUROPA DI ALTIERO SPINELLI

Era il 1942 quando Altiero Spinelli, politico e intellettuale che aveva preso parte alla Resistenza, elaborò il Manifesto di Ventotene, testo fondativo del federalismo europeo. Unire l’Europa era l’unica via per chiudere per sempre l’esperienza terribile della guerra e gli anni dei totalitarismi.

Spinelli entrò nel Partito comunista a 17 anni e per questo motivo venne imprigionato dal regime fascista tra il 1927 e il 1943. Una volta libero, cominciò a lavorare per l’unità dell’Europa, fondando Movimento federalista in Italia. Per unificare il Vecchio Continente lavorò con De Gasperi, Spaak e Monnet. Guidò la politica interna europea come membro della Commissione dal 1970 al 1976.

 

Il Manifesto prese forma negli anni del confino, dove Spinelli condannato all’isolamento dalla vita attiva presso l’isola di Ventotene, lesse le opere dei teorici del federalismo e insieme ad altri prigionieri politici tracciò nel documento i fondamenti del futuro dell’Europa. Si intitola Per un’Europa libera e unita.

L’organizzazione razionale degli Stati Uniti d’Europa, la quale non può poggiare che sulle Costituzioni repubblicane di tutti i Paesi federati.E quando, superando l’orizzonte del Vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l’umanità, bisogna pur riconoscere che la federazione europea è l’unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l’unità politica dell’intero globo. La linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono come campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente, il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale.

Ricordiamo questo momento fondamentale della nostra storia perché oggi, martedì 2 aprile, cominciamo a ragionare di Europa insieme al Polo del ‘900 per la rassegna Europa Europa, che si arricchisce anche del festival di Konrad e di il Post, l’Europa spiegata bene.