Dizionario #27

Maurizio Ferraris // BIOSFERA 

“A virus is haunting Europe – the vector is capitalism”. Ecco un titolo che è capitato di leggere in questi giorni, che esprime come meglio non si potrebbe l’attitudine superstiziosa che si nasconde dietro al complottismo di chi vede nel virus uno stratagemma degli americani, o dei cinesi e poi degli italiani, e poi vai a capire di chi, per tenerci tutti a casa e attuare il colpo di stato. Questa superstizione, tanto più offensiva della dignità umana in quanto non nasce da schietta ignoranza, bensì dalla pretesa di saperla lunga, esiste in ogni tempo e in ogni luogo.
Ne fa fede quel grande complottista che è Don Ferrante.  Filosofo scolastico e saccente, una volta esplosa la peste di Milano osservò che il contagio non era né sostanza né accidente, dunque non esisteva. Non prese alcuna precauzione,  e ovviamente morì, commenta Manzoni, “maledicendo le stelle come un eroe di Metastasio”. Oggi se ne sarebbe andato maledicendo il Kapitale, e sarebbe stato, ora come allora, uno scemo.
Il vettore del virus non è, ovviamnete, il capitalismo, ma ognuno di noi, in quanto umano, indipendente dal suo credo politico, proprio come accade per il web. Facciamoci caso: senza umani né il web né il virus farebbero molta strada. E non la farebbero non perché gli umani diano intelligenza al web o al virus (quest’ultimo, poi, a tutto è interessato tranne che alla nostra intelligenza), ma perché ne traggono motivazioni, movimento, insomma, in una parola: vita.
Quella che si costituisce nel rapporto tra virus e umani, proprio come quella che si costituisce nel rapporto tra web e umani, è una biosfera, non una infosfera: senza le nostra gambe, le nostre mani, i nostri bisogni e il nostro essere umani né il virus né il web sarebbero andati da nessuna parte. Questo valga anche come monito nei confronti di coloro che vedono nel virus la punizione di una natura abusata: la natura non ci è mai stata riconoscente come in questi giorni, con tutta questa vita offerta al virus. E ci aiuti ad apprezzare il web che, diversamente dal virus, usa la nostra vita, ma non ce la toglie, anzi, ce la restituisce.