Parole di casa #4
È cibo primario, viene dalla terra. È un elemento centrale della benedizione, cioè di quel gesto di mani, testa e cuore che significa ringraziare il Cielo per ciò che regala.
Elena Loewenthal | Parole di casa
Pane al pane, lievito permettendo
Il pane è cibo primario, viene dalla terra: lechem min ha-aretz, “pane dalla terra” dice la Bibbia. E c’è anche la “Casa del Pane”: Bet lechem – Betlemme.
Il pane è un elemento centrale della benedizione, cioè di quel gesto di mani, testa e cuore che significa ringraziare il Cielo per ciò che regala.
È un cibo talmente universale che non riusciamo a pensare di non averlo in tavola: di grano, di riso, di chissà quale altro cereale. Dalle forme più diverse. Piccolo, grande. Duro e soffice. Appena sfornato oppure vecchio ma ancora così buono. Quante cose si possono fare, con il pane vecchio… Anche raccontarlo!
Il pane è “elementare” ma è anche misterioso: gioca col tempo per poter diventare quello che è, è fatto di materia, aria e lavoro.
Cosa c’è di più buono di una fetta di pane abbrustolita, lievemente strofinata con uno spicco d’aglio, una con un poco d’olio d’oliva di quello buono e infine sugo di pomodor colato da un frutto fresco, bello maturo?
Tutti a fare il pane, ultimamente, ed è bello in fondo riscoprire questi gesti, avere il tempo di vedere l’impasto lievitare, trasfigurarsi, tener d’occhio la cottura nel forno. E poi – lo so che non si deve! – spaccarlo quando è ancora caldo e la mollica manda fuori dense volute di fumo, assaggiarlo bruciandosi la lingua…
Ma il pane è anche una storia lunghissima, piena di avventure. Dalla focaccia di pane che la matriarca Sara prepara per sfamare i viandanti nel deserto che suo marito Abramo accoglie nella tenda – e che, racconta la leggenda, fecero solo finta di sbococncellare il suo pane, perché erano angeli e gli angeli non mangiano… o forse sì – al pane della rivolta manzoniana…
C’è un bel libro che racconta questa storia: I seimila anni del pane. Storia sacra e storia profana, di Heinrich Eduard Jacob e O. Rizzin (pubblicato di recente da Bollati Boringhieri). E il primo numero della nuova rivista letteraria “Pantagruel” (La nave di Teseo) è tutto dedicato al pane: narrato, preparato, sognato, ricordato.