Il Circolo dei bambini #2 – I consigli di lettura

Dentro un libro c’è tutto. Un migliore amico, una casa per rifugiarsi, un mantello per scomparire. Un libro può far compagnia, tenuto accanto come un compagno segreto. E può aprire la strada per pensieri che brillano.

«Scrivere bambini significa usare l’imbuto», dice Bruno Tognolini, scrittore per l’infanzia che ci ha regalato alcune filastrocche per scacciare la paura di questi giorni. Ridurre i significati del mondo a piccole gocce per altrettanto piccole orecchie. E questo non vuol dire minimizzare o semplificare, vuol dire “miniaturizzare”, fare piccolo ciò che è grande, quindi, e somministrare ai piccoli tutto il mondo, nella sua interezza, però frantumato.

La scrittrice Natalia Ginzburg dichiarò che scrivere per bambini, però, è difficile, perché: «è nata in noi l’idea che a loro tutto possa far male. La fantasia ci atterrisce perché è avventurosa, imprevedibile e forte». Eppure, continua la grande scrittrice, «nelle Fiabe Italiane di Calvino, ci sono teste tagliate, cadaveri, briganti, ladri, orchi, crudeltà e orrori. I bambini ne sono deliziati. Questo perché le vere e belle fiabe sono in primo luogo inoffensive. Esse sono situate nell’unico luogo dell’universo dove non esiste offesa, cioè nei regni della vita fantastica».

Il Circolo dei lettori consiglia a mamme, papà e nonni libri qualche libro da leggere in questi giorni con i propri piccole e piccoli, libri che diventeranno migliori amici, compagni in queste lunghe giornate, strumenti per far brillare nuovi pensieri, sprone a fantasticare insieme.

NB. La lista sarà aggiornata quotidianamente! 

1. L’albero alfabeto di Leo Lionni (Babalibri)
Perché la vera forza delle parole sta nel cambiare il mondo. 

Questo è il magico racconto di lettere che vivono tra le foglie degli alberi, sparpagliate e isolate. Lettere che vengono spazzate via da una brutta tempesta, e che – grazie agli insegnamenti di un buffo insetto – imparano a star vicine e fanno nascere le parole. La tecnica di Lionni è tutta artigianale, découpage a fasi, acquerello, e storie meravigliose. Illustrazioni leggerissime che fanno girare il mondo.
Dai 3 anni in su

Leo Lionni nasce ad Amsterdam nel 1910 da un padre tagliatore di diamanti e da una madre cantante lirica. Emigrato negli Stati Uniti nel 1939, naturalizzato americano, diviene il direttore artistico di una grande agenzia di pubblicità, dove chiama a collaborare artisti quali Calder, De Koonig, Fernand Léger. Prima di trasferirsi in Italia, a Radda in Chianti, dirige la rivista «Fortune» e approda quasi per caso ai libri per bambini. Scrittore, scultore, pittore, muore nel 1999.

2. Cosa fanno le bambine? e Cosa fanno i bambini? di Nikolaus Heidelbach (Donzelli)
Perché la fantasia dei bambini e delle bambini è senza limiti. 

«Ho imparato da Sendak, Ungerer e Gorey che nella letteratura per ragazzi non ci sono limiti di sorta. Indecenza, impertinenza, brutalità sono aspetti ineliminabili», dice Heidelbach, uno dei più famosi e acclamati illustratori degli ultimi vent’anni. Non ci sono lezioni da imparare nei suoi libri, solo fantasia.Perché no? I bambini e le bambine protagonisti, uno per ogni lettera dell’alfabeto, sono curiosi e inventivi. I loro spazio è quello della loro immaginazione, quando i genitori non ci sono.

Nikolaus Heidelbach, tedesco, con studi di letteratura e teatro alle spalle, vive a Colonia, e ha debuttato nel settore dei libri per ragazzi nel 1982. Da allora ha dato vita a una ricchissima produzione di illustrazioni di storie, fiabe, poesie e romanzi, affiancata dai tanti libri firmati come autore. Tra i suoi lavori più apprezzati, è del 1995 un’edizione delle Fiabe dei Fratelli Grimm, salutato dalla «Frankfurter Allgemeine Zeitung» come «il capolavoro di una vita», cui nel 2005 è seguita una sua edizione delle Fiabe di Hans Christian Andersen. Sempre nel 1995, Heidelbach è stato insignito del Bologna Ragazzi Fiction Award, grazie al suo album Cosa fanno le bambine?. «Ho imparato da Sendak, Ungerer e Gorey che nella letteratura per ragazzi non ci sono limiti di sorta. Indecenza, impertinenza, brutalità sono aspetti ineliminabili». Ed è all’insegna di questo motto che si compone il suo originalissimo alfabeto dei bambini, che senza alcuna pretesa di dare lezioni, raffigura le loro istintive bizzarrie, le instancabili fantasie, le paure, e perché no, le loro implacabili cattiverie.