Tre canzoni per il Primo Maggio
Il Primo Maggio, festa dei lavoratori, si celebra in molte parti del mondo, ricordando i fatti, lotte e proteste, che hanno portato alla conquista di più equi diritti. E noi vogliamo celebrare questo giorno con tre canzoni.
1. Enzo Del Re | Lavorare con lentezza
È la canzone più celebre del poeta proletario Enzo Del Re, uno dei cantastorie più radicali degli anni Settanta che agli strumenti musicali classici preferiva oggetti quotidiani, e quando si esibiva chiedeva come cachet il minimo sindacale della paga di una giornata di lavoro di un metalmeccanico. Lavorare con lentezza, canzone del 1974, è stata scelta come brano di apertura e chiusura della piccola ma celebre emittente bolognese, Radio Alice, la cui storia è diventata un film di Guido Chiesa del 2004, intitolato proprio come la canzone di Del Re.
2. Piero Ciampi | Andare camminare lavorare
Andare camminare lavorare e altri discorsi è l’album antologico con due inediti di Piero Ciampi, pubblicato nel 1975. Il cantautore livornese è stato tante cose: poeta, chansonnier, vagabondo che, come dice in una sua canzone: «Ha tutte le carte in regola per essere un artista: ha un carattere melanconico, beve come un irlandese. Se incontra un disperato non chiede spiegazioni». Ciampi fuggì in Francia, la prima volta, e ascoltò in locali fumosi Georges Brassens, incontrò persone e assorbì storie, irrequieto ed errante andò anche in Inghilterra, Svezia e Irlanda. Ha scritto tra le più belle canzoni italiane come questa, Andare camminare lavorare, atipica, quasi un talkin’ accompagnato da un coro e da musiche africane ed elettroniche.
3. Enzo Jannacci | Vincenzina e la fabbrica
«Vincenzina vuol bene alla fabbrica, ma non sa che la vita giù in fabbrica non c’è, se c’è, com’è?». Ironica e malinconica, la canzone di Enzo Jannacci – scritta da Beppe Viola – fu composta per la colonna sonora del film Romanzo popolare di Mario Monicelli del 1974. Vincenzina è tante donne che dal Sud sono arrivate nel Nord e devono affrontare la nebbiosa realtà industriale. Caseggiati anonimi, fabbriche e fatiche nella periferia di Milano e i suoi dintorni, da Bovisa a Rogoredo. E Vincenzina guarda tutto questo con stanchezza, pena e meraviglia.
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