#9 Aver pietà dei ricchi cercarli | Giovanni Raboni

Aver pietà dei ricchi cercarli
passando un piede dopo l’altro mettendo acqua nella neve.

dove poteva esserci Piazza Borromeo
– non c’è bisogno d’ombrello quando nevica dicevi togliendo
dita di manciate di neve dal colletto – cercarli
quei tenui cannibali quei nemici così facili da perdonare
docili attaccapanni fragili mummie in riso
sui loro reciproci regali da quattro soldi
sulla squisita avarizia lombarda del loro pranzo del 25/12.

per organo e ossi, flauto e digiuno
oh sì, cercarli, avere pietà
di loro, dei loro guasti, che soluzione.
Ma adesso, adesso – e Cesare che vuole
una poesia di Natale, da me! con l’aria che tira
di peste, tersa, meravigliosa
e questi botti sparsi per la boscaglia urbana,
caccia che ricomincia, compagni
fra non molto più numerosi in prigione
che sotto l’albero acceso o il vischio appeso al cornicione…

Giovanni Raboni, da Tutte le poesie (Garzanti)

Giovanni Raboni, voce poetica tra le più alte e rappresentative della poesia del Novecento e dei primi anni Duemila, ci lascia, insieme alla sua opera in versi – raccolta integralmente in Tutte le poesie. 1949-2004 (Einaudi) – un enorme lavoro di traduttore, critico militante – anche cinematografico e teatrale – e commentatore politico e di costume: testimonianze di una straordinaria sapienza letteraria e di una statura morale e civile che ne fanno uno dei punti di riferimento imprescindibili della cultura italiana contemporanea.