100 anni di Jack Kerouac, scrittore nomade
Il 12 marzo sono 100 anni dalla nascita di Jack Kerouac, lo scrittore nomade, il poeta viaggiatore, malinconico e sognatore che nacque il 12 marzo 1922 a Lowell, nello stato del Massachusetts, in una casa in cui tornò sempre, tra un viaggio e l’altro.
Lo ricordiamo con le parole di Allen Ginzberg: “La più pura qualità di Kerouac era la sua coscienza che la vita è un sogno (un sogno già finito, come ha scritto) e tuttavia è reale, sia reale sia sogno, entrambe le cose nel contempo – un’intuizione profonda, tale da troncare i nodi dell’intelligenza artificiosa, dell’estremismo, della razionalità totalitaria, le muove ragioni di essere sgarbati, da troncare tutta la fondamentale vanità, il risentimento & la pervicacia che hanno impestato la gran parte dei movimenti politici e letterari del XX secolo – o li hanno indeboliti con la provvisorietà dei fondamenti, o li hanno macchiati con la bruma degli errori di rotta. Questa intuizione del sogno come identità dell’universo ha pervaso l’intelligenza spirituale di tutti gli scrittori beat generation a livelli diversi”.
Una volta Ginsberg ha chiesto a Bob Dylan cosa ne pensasse delle poesie di Kerouac. E lui gli ha risposto: Qualcuno mi ha regalato Mexico City Blues a St. Paul, nel 1959, e la prima cosa che pensato è stata che quella era la prima poesia che parlava la mia stessa lingua“.
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