Di quando Michail Bulgakov si trovò a gestire un ospedale
Michail Bulgakov nasce a Kiev il 15 maggio 1891 da un’agiata famiglia russa. Il padre, docente universitario di storia e critica delle religioni occidentali e traduttore di testi religiosi, gli trasmise fin da subito l’amore per la conoscenza. Anche grazie a questa infanzia ricca di stimoli, oggi Bulgakov è considerato uno dei maggiori romanzieri del Novecento. Ma spesso una spinta sola non basta.
Cosa permette a un uomo di diventare uno scrittore? Cosa nutre il daimon che è in lui? Potremmo spingerci a credere che siano le esperienze, o per meglio dire, le avventure che un uomo perspicace (già predisposto), si ritrova a vivere, soprattutto durante gli anni della sua giovinezza; ricordiamo Conrad e i suoi viaggi per mare, o Anaïs Nin, con le sue incessanti indagini amorose. I casi in cui la vita fornisce materiale diretto alla scrittura sono molti, e anche quello di Bulgakov non fa eccezione.
Dopo essersi laureato a pieni voti in medicina, il giovane Michail viene subito mandato a Nikol’skoe, come dirigente medico dell’ospedale del circondario. Attorniato da ettari di steppa, mal collegato con la città, nel mezzo di un inverno gelido, l’ospedale spaventa fin da subito il nuovo arrivato. Completamente inesperto, Bulgakov si trova a coordinare tutti i reparti, a dover fornire istruzioni agli infermieri su mutilazioni, ernie, parti podalici, ascessi …
Da questa esperienza diretta con la malattia e con la morte (e nei momenti fortunati con la vita), nasce l’idea per i racconti raccolti in Memorie di un giovane medico (marcos y marcos) pubblicati per la prima volta nel 1925 e nel 1926 su riviste sovietiche, gli altri cinque usciti anni dopo, o postumi. Bulgakov in quegli anni non gode di grande notorietà, e questo per chiari motivi; il nostro autore è uno che negli anni trenta ha la baldanza necessaria per lamentarsi scrivendo direttamente a Stalin: «Passando in rassegna i miei ritagli di giornale, ho constatato di aver ricevuto dalla stampa sovietica, nei dieci anni della mia attività letteraria, 301 recensioni, di cui 3 favorevoli e 298 ostili e ingiuriose» (la traduzione è di Mario Alessandro Curletto). Un punto extra per il coraggio.
Pubblicata in Italia da marcos y marcos, la raccolta di racconti Memorie di un giovane medico è capace di emozionare. Ciò avviene per forza d’immedesimazione; se il protagonista sta per intervenire su un paziente, viviamo il suo pathos e la sua ansia, quando i casi sfociano in una guarigione inattesa, sentiamo con lui la gioia di questa vittoria insperata. Per tutto il tempo della lettura, avvertiamo sulla nostra pelle il freddo della russia, un freddo che, in questo caso, alberga anche nel cuore.
Paolo Nori, traduttore del volume, nella prefazione commenta: «appena prima di cominciare a darsi da fare per un parto complicato, una “presentazione anomala”, ”I volti dell’infermiere e delle ostetriche erano diventati seri, come ispirati”, e, mi sbaglierò, ma a me son sembrati come dei musicisti che stanno per cominciare a suonare, e io credo che questa cosa, di diventare seri, come ispirati, sia successa, nei cento anni che sono passati da quando questa storia è incominciata, a innumerevoli lettori delle Memorie di un giovane medico di Michail Bulgakov intanto che leggevano questo libro stupefacente.»