Roberto Calasso e la regola del buon vicino
Roberto Calasso, nato il 30 maggio 1941 a Firenze, ha dato vita e diretto la casa editrice Adelphi fino alla sua morte. A partire dai ventun’anni, insieme a Luciano Foà e grazie ai suggerimenti di Roberto Bazlen, ha cominciato a dedicarsi interamente ai libri, a quell’ambizioso progetto di dirigere una casa editrice secondo un principio unico, rendendola un punto di riferimento essenziale, un faro per qualsiasi lettore smarrito (come sempre, per natura, sono i lettori) che si aggira alla ricerca di una qualche coordinata.
Creatura a tre teste, editore, scrittore e lettore, chi meglio di Roberto Calasso saprebbe consigliarci come rapportarci con quell’oggetto, quell’abitante delle nostre case, che è il libro? Probabilmente pochi. Infatti a nessun altro era mai venuto in mente di scrivere un libro a proposito. Come ordinare una biblioteca esce nel 2020 nella Collana Piccola Biblioteca Adelphi. In questa breve guida ironica ed erudita non mancano le storie, gli aneddoti, le spigolature e le glosse che si rifanno all’ordine dei libri solo per riflesso.
La biblioteca per Calasso non si riduce alla sua materialità, è un paesaggio psichico, un’emanazione di sé: «Il miglior ordine, per i libri, non può che essere plurale, almeno altrettanto quanto la persona che usa quei libri. Non solo, ma deve essere allo stesso tempo sincronico e diacronico: geologico (per strati successivi), storico (per fasi, incapricciamenti), fisiologico (connesso all’uso quotidiano in un certo momento), macchinale (alfabetico, linguistico, tematico). È chiaro che la giustapposizione di questi criteri tende a creare un ordine a chiazze, molto vicino al caos.» Insomma, una grande impresa piena di insidie che necessita di uno sforzo logistico notevole.
Una regola però esiste, e potrebbe aiutare chi tra voi desidera organizzare la propria biblioteca à la manière calassiana, come un album fotografico della propria interiorità: la regola del buon vicino. La stessa che utilizzò Amy Warburg per la sua mitica biblioteca ad Amburgo, materia ancora oggi di leggenda. Del suo capolavoro, Warburg diceva: «Questa non è una raccolta di libri, ma una raccolta di problemi. E non è stato l’ambito abbracciato dalla biblioteca che ha destato in me quest’impressione, ma, molto più forte che il mero ambito, ha agito su di me il principio su cui la biblioteca è costruita. Qui infatti storia dell’arte, storia della religione e del mito, storia linguistica e della cultura palesemente non erano solo poste l’una accanto all’altra ma collegate l’una con l’altra, e collegate tutte a un comune centro ideale: un problema di natura puramente storica, la sopravvivenza dell’antico.» Libri che, in questo caso, stanno uno accanto all’altro per una ragione filosofica, come se guardandoli chi riflette dopo averli letti potesse cogliere un ulteriore analogia, visualizzare una nuova mappatura, il cuore di un’idea e i suoi sviluppi, le sue periferie.
Scegliere il buon vicino è una questione di visione individuale, di contenuto, o meglio di personalità, una maniera per rimettere in ordine la propria visione della vita, sfiorando ogni volta il caos, ristabilendo un ordine a colpi d’intuizione.
Immagine: Roberto Calasso (1991) by Erling Mandelmann.jpg / Wikipedia