Roald Dahl. La vita avventurosa del più grande scrittore per ragazzi

Roald Dahl, oltre a essere il più grande scrittore britannico di storie per bambini, era un eccentrico per davvero. Online si può trovare una fotografia che lo ritrae intento a scrivere nel suo capanno in giardino. Coperto da una pesante trapunta verde, sta seduto su una vecchia poltrona che aveva trasformato nella sua postazione creativa; usa un baule come poggiapiedi, una scatola di cartone come piano-scrivania. Parla al telefono senza alzare gli occhi dal foglio, una matita appoggiata alla tempia destra. Attorno a lui, una bislacca collezione di vecchi cimeli, tra cui una palla rivestita di involucri di barrette di cioccolato e un pezzo di osso che gli era stato rimosso durante un’operazione.

Nato il 13 settembre del 1916, prima di sposarsi, avere dei figli e cominciare a inventarsi storie per ragazzi, Dahl aveva avuto una vita tutt’altro che convenzionale, la vita del vero avventuriero. Durante la seconda guerra mondiale, nonostante fosse troppo alto, è stato un pilota da caccia per la Royal Ari Force (RAF), rischiando di perdere la vita nei pressi di Alessandria D’Egitto, riportando ferite alla testa e una temporanea cecità. Nonostante questo incontro faccia a faccia con la morte, non desistette e tornò a combattere contro i tedeschi nella battaglia di Termopoli nel 1941.

Dopo l’esperienza da pilota, Dahl ha lavorato a lungo a fianco di Ian Fleming (sì, proprio lui, lo scrittore dei libri di 007) nei servizi segreti. Nelle varie peripezie di quegli anni, ha conosciuto Ernest Hemingway e sedotto diverse ragazze dell’alta società americana per racimolare il maggior numero d’informazioni.

Per l’esercito coloniale britannico, ha prestato servizio in Kenya e in Tanzania, abitando in un sontuoso palazzo e imparando perfettamente lo swahili. Grazie a queste esperienze nello spionaggio, una volta tornato in Inghilterra, venne chiamato a lavorare alle sceneggiature Chitty Chitty Bang Bang e di Si vive una volta sola, adattando insieme ad altri autori i romanzi al grande schermo.

Muore il 23 novembre 1990, lasciando il mondo con una buona dose di spirito. Ha voluto che con lui venissero sepolti matite, vino rosso, stecche da biliardo, cioccolato e persino una sega elettrica.

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